IL GARANTE PRIVACY ITALIANO PROIBISCE L’USO DI GOOGLE ANALYTICS
Perché il Garante privacy ha proibito Google Analytics?
Lo scorso 23 giugno, il Garante per la protezione dei dati personali italiano, allineandosi all’orientamento europeo e a decisioni di altri garanti comunitari, ha adottato un provvedimento che di fatto proibisce l’uso di Google Analytics.
Prima di scendere nel merito della decisione dell’Autorità privacy italiana, è necessario chiedersi cos’è Google Analytics.
Cos’è Google analytics?
Google Analytics è il principale servizio di web analytics ed è un fornito gratuitamente da Google. Consente di analizzare in maniera dettagliata le statistiche sui visitatori di un sito web, in modo da poterle utilizzare a fini di marketing.
Perché è proibito utilizzare Google Analytics?
Perché invia dati negli Stati Uniti, paese che non presta garanzie adeguate alla tutela fornita dal Gdpr. A seguito della recente sentenza Schrems II, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha valutato insufficienti le previsioni inserite nell’accordo sulla privacy tra UE e USA chiamato Privacy Shield. Allo stesso modo, la Corte ha privato di efficacia le clausole contrattuali standard che permettevano il transito di dati tra provider europei e americani. La ragione è legata alla normativa americana sulla data protection, considerata dal giudice europeo troppo permissiva e dunque non in linea con il Gdpr nostrano.
I server di Google, sui quali si appoggia Google Analytics, si trovano in America e sono dunque regolati dal diritto americano. Dall’indagine del Garante è emerso che i gestori dei siti web che utilizzano il servizio di Google raccolgono, mediante cookie, informazioni sulle interazioni degli utenti con i predetti siti, le singole pagine visitate e i servizi proposti. Tra i molteplici dati raccolti, figurano l’indirizzo IP del dispositivo dell’utente e informazioni relative al browser, al sistema operativo, alla risoluzione dello schermo, alla lingua selezionata, nonché data e ora della visita al sito web. Tutti questi dati vengono trasferiti in America e sfuggono così alla tutela del diritto europeo. Pertanto, il Garante privacy italiano ha deciso di proibire il servizio di analytics.
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IL GARANTE PRIVACY ITALIANO PROIBISCE L’USO DI GOOGLE ANALYTICS
Perché il Garante privacy ha proibito Google Analytics?
Lo scorso 23 giugno, il Garante per la protezione dei dati personali italiano, allineandosi all’orientamento europeo e a decisioni di altri garanti comunitari, ha adottato un provvedimento che di fatto proibisce l’uso di Google Analytics.
Prima di scendere nel merito della decisione dell’Autorità privacy italiana, è necessario chiedersi cos’è Google Analytics.
Cos’è Google analytics?
Google Analytics è il principale servizio di web analytics ed è un fornito gratuitamente da Google. Consente di analizzare in maniera dettagliata le statistiche sui visitatori di un sito web, in modo da poterle utilizzare a fini di marketing.
Perché è proibito utilizzare Google Analytics?
Perché invia dati negli Stati Uniti, paese che non presta garanzie adeguate alla tutela fornita dal Gdpr. A seguito della recente sentenza Schrems II, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha valutato insufficienti le previsioni inserite nell’accordo sulla privacy tra UE e USA chiamato Privacy Shield. Allo stesso modo, la Corte ha privato di efficacia le clausole contrattuali standard che permettevano il transito di dati tra provider europei e americani. La ragione è legata alla normativa americana sulla data protection, considerata dal giudice europeo troppo permissiva e dunque non in linea con il Gdpr nostrano.
I server di Google, sui quali si appoggia Google Analytics, si trovano in America e sono dunque regolati dal diritto americano. Dall’indagine del Garante è emerso che i gestori dei siti web che utilizzano il servizio di Google raccolgono, mediante cookie, informazioni sulle interazioni degli utenti con i predetti siti, le singole pagine visitate e i servizi proposti. Tra i molteplici dati raccolti, figurano l’indirizzo IP del dispositivo dell’utente e informazioni relative al browser, al sistema operativo, alla risoluzione dello schermo, alla lingua selezionata, nonché data e ora della visita al sito web. Tutti questi dati vengono trasferiti in America e sfuggono così alla tutela del diritto europeo. Pertanto, il Garante privacy italiano ha deciso di proibire il servizio di analytics.
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